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Oedipus on the top
Favola, mito, racconto da cui tutti discendiamo. Edipo è una storia profondamente europea ed attualissima, di integrazione e diversità, di problemi di identità quanto mai sentiti come nostri. "Un mito che però trovando sulla sua strada l'Edipo Re di Sofocle ne è stato fatalmente schiacciato", afferma il regista Duccio Camerini. Camerini e la sua compagnia affrontano per la prima volta una narrazione da una visuale del tutto inedita, ovvero senza l'uso delle parole.
Il progetto nasce come un laboratorio di studio dei linguaggi teatrali incentrato sull'interazione tra danza, musica e teatro, realizzato con il sostegno del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, e co-prodotto con Fonderia delle Arti. "L'idea di base - prosegue Camerini - è di sperimentare un linguaggio scenico che riesca a comunicare senza restare intrappolati nell'obbligo della parola, ma neppure nel mimo, o nella pantomima: un racconto a bocca chiusa che riesca a trovare una propria coerenza e necessità. Qualcosa a metà tra la danza e la scena. Con supporto di musiche. E silenzi".
Recensioni
Non c’è parola che possa levarsi per spiegare il dolore meglio della tragedia che attraversa i fasci muscolari e le maschere del viso. Non c’è struttura sillabica che possa competere con la verità di un corpo in tensione. “Oedipus on the top”, l’ultimo progetto realizzato da Duccio Camerini con il sostegno del Comune di Roma, è un esperimento teatrale di cui avvertivamo il bisogno perché conduce all’essenza dei procedimenti emozionali, in un abisso altissimo in cui tutto s’invera nella primordialità del gesto. In una scena disegnata dalle luci che rivelano e nascondono, sette personaggi irrimediabili rivivono la storia eterna di Edipo, bambino ferito e violato dal destino che aziona morte e orrore. Una storia dell’umanità allestita con forza, percorrendo stanze in movimento cariche di odori, scoperte e lutti. In questo spazio oltrepassato, quasi sfondato, che vince i vincoli dell’ordinaria messa in scena, si muovono le figure estreme di una tragedia che esplora le pulsioni più autentiche e rivelatrici, snudando verità lancinanti. E nel viaggio imbibito di sangue e stupore, si procede insieme ai protagonisti, immergendosi in una dimensione che riesce a combinare la ruvidità dell’atto istintivo con la delicatezza del dolore, viaggiando sui volti intensi e commoventi degli attori che pulsano sulla scena come carne viva e straziata. Dai loro movimenti concitati, dalle loro esplosioni fisiche disciplinate e ben concertate parte il pathos che giunge alla platea; un pathos che scaturisce come una fonte affiorata dal nulla per concedere tregua e ristoro al deserto tutto intorno. E’ questa generosità spontanea a guidare i tragitti dei sette interpreti dell’ Edipo a bocca chiusa che riesce a celebrare un mito imperituro urlato con i corpi e sublimato dalla musica. L’allestimento di Camerini è un dono inaspettato e per questo ancor più gradito, un invito intelligente a sfrondare le apparenze, a vincere la superficialità che può tramutarsi in piaggeria, in rovinosa anestesia percettiva. Un esperimento, una sfida coraggiosa lanciata anche al pubblico che si ritrova a sprofondare in una dimensione dimenticata (quasi amniotica, prenatale), dove la natura non può essere più contaminata né inquinata. Dove i gesti più cruenti si sposano con la poesia delle emozioni, innalzando un concerto di musica e movimento che sa parlare al cuore e scandagliare l’anima. Con forza, delicatezza e onestà. In silenzio.
(Maria Saporito - Newnotizie.it)
Crediti
di Duccio Camerini
regia Duccio Camerini
con Graziano Piazza, Marta Iacopini, Salvo Lombardo, Ciro Carlo Fico, Andrea Adinolfi, Cristina Pedetta, Fabio Frattasi
musiche originali Fabrizio Sciannameo
eseguite dal vivo da Umberto Zanardo (batteria), Fabrizio Paparello (tastiere) e Sebastiano Forte (chitarra)
coreografie Valeria Andreozzi
disegno luci Giuseppe Falcone
produzione Casa dei Racconti