Ciro Carlo Fico - Attore

Spettacoli » P.I.R.A.N.D.E.L.L.O. Improptu

Ex Hamleto

Non si tratta di una lettura più o meno rigorosa dell'Amleto di Shakespeare, ma di una libera e autonoma riscrittura scenica dell'originale. L'uso della locuzione 'latinizzata' dell'inglese Hamlet sottolinea il carattere 'barbaro', 'primitivo' della messa in scena alludendo all' Amlethus si Saxo Grammaticus, scritto nel duecento sulle tracce di una precedente saga medievale, cioè diversi secoli prima che, "modernizzandolo", Shakespeare vi si ispirasse.

Amleto è un grande affresco della barbarie e della sensibilità umane, del "mistero" insondabile che ci abita e ci circonda, ed è, inseme, un marchingegno, un puro "meccanismo" che restituisce il senso, o il non senso, della storia umana sotto forma e per il tramite dello strumento "teatro".


Recensioni

"Per parlare dell' "Ex Hamleto" di Pippo Di Marca non diro' nulla dell' "Amleto" di Shakespeare nè, tanto meno, dell' "Amlethus" di Saxo Grammaticus, a me ignoto: per la buona ragione che questi due testi, con lo spettacolo, c'entrano fino a un certo punto, anzi ben poco. Che l' "Amlethus" non centri non è che una supposizione. Ma, è da ritenere, fondata. Lo stesso regista vi fa riferimento solo per indicare il carattere stilistico, o l' aura, del suo spettacolo: un'aura di barbarie, di primitivismo, di medio evo profondo. Cioè, una dimensione di recente acquisita dagli spettatori di teatro.

Che cos'era l'"Amleto" di Nekrosius se non un tripudio di violenza, di ferinità? Nell'"Ex Hamleto" è interessante stabilire il senso del titolo, o meglio di quell'"ex". Si tratta di latino, o di latino italianizzato? Nel primo caso, l'implicazione sarebbe che ci si trova di fronte ad una derivazione; nel secondo ad una sparizione: o prima c'era l' "Amleto" e ora c'è una cosa leggermente (o molto) diversa; nel secondo, prima c'era l'"Amleto" e ora non c'è più. Personalmente sono propenso ad abbracciare la seconda ipotesi. "Amleto" sembra ci sia, in realtà non c'è affatto. Non c'è che Pippo Di Marca.

[...] L'unica cosa che davvero conta è l'insieme, l'atmosfera, la suggestione: che è inequivocabile, è la misura di Pippo Di Marca, qualunque cosa egli faccia. Si tratta di un tono o di uno stile, che barbaro o non barbaro è più cupo che malinconico, più ruminante che esplicito."

(Franco Cordelli - Corriere della Sera)

Crediti

adattamento e regia Pippo Di Marca

con Raffaella Bella, Romina Bufano, Franz Cantalupo, Marco Carlaccini, Mirko Carrarini, Patrizia D'Orsi, Ciro Carlo Fico, Fabrizio Ioppolo, Luigi Lodoli, Fabio Pasquini, Vincenzo Schirru.

scene Luisa Taravella

costumi Antonella D'Orsi

musiche e sonoro Claudio Mapelli

organizzazione Anna Paola Bonanni

produzione Compagnia del Meta-Teatro


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